Noki e le prime parole di Londra

Il mattino successivo, il sole si affacciava timido tra le nuvole di Londra. Noki aprì gli occhi e si stiracchiò, pronto per una nuova giornata di scoperte. Con i suoi grandi occhi curiosi, osservava tutto intorno: gli alberi, il cielo e le persone che iniziavano a riempire le strade. Ogni cosa era così diversa dal suo pianeta, ma c’era qualcosa di magico in quel luogo.

Mentre camminava, Noki si avvicinò a un parco pieno di bambini che correvano e ridevano. Sentiva le loro voci, e ogni parola che dicevano era una piccola finestra su un mondo nuovo. Si sedette vicino a un albero e, con le orecchie attente, iniziò ad ascoltare.

“Look! A dog!” gridò un bambino, indicando un cagnolino che correva nel parco. Noki osservò l’animale: era peloso, con una coda che si agitava felice. “Dog,” ripeté piano Noki, cercando di ricordare quella parola. “Dog” significa “cane”.

Poi, un’altra bambina indicò un uccellino che volava sopra di loro. “It’s a bird!” disse entusiasta. Noki alzò lo sguardo verso il cielo. “Bird,” ripeté ancora, un po’ più sicuro. Gli animali erano davvero interessanti! Presto avrebbe imparato i nomi di tutti.

Ma Noki voleva saperne di più. Si avvicinò a un gruppo di bambini che stavano osservando i fiori nel parco. “This flower is yellow!” disse una bambina, indicando un fiore luminoso e allegro. Noki guardò il fiore, e poi la bambina. “Yellow,” disse dolcemente. “Giallo,” pensò tra sé. Adesso sapeva anche il nome di un colore.

Ma non era finita lì. Poco dopo, un bambino corse verso un albero. “This tree is green!” esclamò. Noki guardò il grande albero dalle foglie verdi e ripeté: “Green… verde.”

A quel punto, Noki sentì di voler provare a parlare con i bambini, ma era un po’ nervoso. Non conosceva ancora tante parole. E se non lo capivano? Ma il desiderio di imparare era più forte della paura. Si avvicinò a un bambino che stava disegnando sul prato. “Hello,” disse con un filo di voce, ricordando la parola che aveva imparato il giorno prima.

Il bambino lo guardò e sorrise. “Hello!” rispose felice. Noki si sentì sollevato. Aveva detto la sua prima parola in inglese! Decise di provarne un’altra. Indicò il disegno del bambino, un grande sole giallo, e disse timidamente: “Yellow?”

Il bambino annuì. “Yes! Yellow!” ripeté. Noki era così felice che iniziò a ripetere le parole che aveva appena imparato: “Dog… bird… yellow… green…” Ogni parola era una piccola vittoria.

I bambini iniziarono a mostrargli altre cose nel parco. “This is a cat!” disse uno di loro, indicando un gatto che si aggirava pigramente tra i cespugli. “Cat,” ripeté Noki, sentendo il suono morbido della parola. Un altro bambino gli mostrò una palla rossa. “This ball is red!” “Red,” disse Noki, sorridendo. Stava imparando sempre di più!

Non era sempre facile per Noki. A volte si confondeva con le parole o le dimenticava, e i bambini ridevano dolcemente. Ma Noki non si scoraggiava. Ogni volta che sbagliava, i bambini lo aiutavano, e lui ripeteva con pazienza. “Non importa se sbaglio,” pensava Noki, “l’importante è continuare a provare.”

E così, tra alberi verdi, fiori gialli e palloni rossi, Noki trascorse la giornata imparando nuove parole, giocando e facendo nuovi amici. Le difficoltà della lingua sembravano un po’ più piccole ogni volta che una nuova parola si aggiungeva al suo vocabolario.