Il primo viaggio di Noki sulla Terra

C’era una notte, più luminosa del solito, sul pianeta lontano di Noki. Le stelle brillavano forti nel cielo, e Noki, con i suoi grandi occhi curiosi, guardava oltre l’orizzonte. Da tempo sognava di esplorare altri mondi, di incontrare nuove persone e imparare nuove lingue. “Forse è arrivato il momento di partire,” pensò Noki con un sorriso. E così, salì sulla sua piccola navicella, pronta a portarlo verso un nuovo pianeta: la Terra.

Il viaggio tra le stelle fu breve, e quando Noki aprì gli occhi, si trovava sopra una città grande e piena di vita. Le luci brillavano ovunque, e la sua navicella, come una piccola stella cadente, atterrò dolcemente vicino a un grande fiume. Guardandosi intorno, vide ponti, torri e tante persone che camminavano veloci. “Questo posto si chiama Londra,” pensò Noki con curiosità. Era un posto magico, pieno di suoni nuovi e voci diverse.

Noki scese dalla sua navicella e iniziò a camminare tra le strade di Londra. Le persone intorno a lui parlavano una lingua che lui non conosceva ancora, ma era felice di imparare. Ascoltava attentamente e presto iniziò a riconoscere alcune parole.

“Hello!” disse una bambina passando vicino a lui, con un grande sorriso sul volto. “Ciao,” pensò Noki tra sé, ricordando la parola. “Hello” significa “ciao” in questa lingua.

Continuando a camminare, sentì un signore dire: “How are you?”. Noki si fermò un attimo e capì: quella frase doveva significare “Come stai?”. La ripeté piano piano tra sé, cercando di memorizzare ogni parola.

Poi, mentre passava vicino a un piccolo negozio, sentì una donna che diceva: “I would like some bread, please.” “Vorrei del pane,” pensò Noki. Le persone qui usavano tante parole gentili, come “please”, che significava “per favore”. Noki sorrideva ogni volta che imparava una parola nuova.

Camminando per le strade, osservava tutto con attenzione: le persone, i negozi, i bambini che giocavano nei parchi. Ogni angolo di Londra era un piccolo mondo pieno di parole nuove. Noki si sentiva sempre più felice: ogni parola era come un tesoro da scoprire. E ogni persona che incontrava, con il loro “hello”, “how are you”, o “I would like”, gli regalava un pezzetto di quella meravigliosa lingua che si chiamava inglese.

La giornata volava veloce e, quando il sole iniziò a calare, Noki sapeva che era il momento di riposarsi. Tornò alla sua navicella, ma non era stanco. Anzi, era così emozionato per tutte le parole che aveva imparato. “Domani tornerò,” pensò, “e scoprirò ancora di più.” E così, sotto il cielo stellato di Londra, Noki si addormentò con un cuore pieno di nuove parole e sogni di nuove avventure.